Su www.lanuovasardegna.it è stato pubblicato in data 25/04/2019 un ricordo di Pietro Mastino,
a firma di Annico Pau, già sindaco di Nuoro, che integralmente riproponiamo
Il senatore Pietro Mastino, politico di razza, avvocato della celebre scuola forense nuorese, affascinante oratore e grande intellettuale dotato di profonda cultura umanistica, cinquant'anni fa, dopo aver lasciato un segno indelebile per buona parte del ventesimo secolo, passava a miglior vita.
Fra i fondatori del Partito Sardo d'Azione, fu eletto per la prima volta deputato nelle elezioni del 1919 e poi di seguito nel 1921 e nel 1924. Dopo il delitto Matteotti si ritirò col gruppo aventiniano e quindi dichiarato decaduto dalla carica parlamentare. Durante il regime fascista mantenne fermo il suo pensiero di convinto democratico, tanto che più volte venne diffidato e proposto al confino di polizia.
Nel dopoguerra, dopo essere stato eletto all'Assemblea costituente e quindi alla Camera e al Senato della Repubblica, fece anche parte del primo governo Parri e De Gasperi, come sottosegretario alle finanze, e nelle aule parlamentari si batté sempre a sostegno del regionalismo costituzionale.
La sua militanza nel Psd'Az fu sempre ispirata alla tradizione dei vari Mazzini, Cattaneo, Giorgio Asproni e Battista Tuveri, e al sogno profetico della nascita della Repubblica nella tradizione Risorgimentale a cui, pur condividendone i valori fondamentali, muoveva il rimprovero di aver commesso l'errore di non aver raggiunto il fine «...della Costituzione autonomistica dello Stato».
Avvocato, rispettato in tutte le Corti d'assise della Sardegna, esordì con grande successo a Cagliari nella difesa dei presunti assassini del sindaco di Bitti, ancora fece parte al collegio di difesa di Emilio Lussu dopo l'uccisione, nell'ottobre 1926, del fascista Battista Porrà.
Durante i lavori dell'Assemblea costituente, Mastino non dimenticò d'essere avvocato, infatti in un celebre discorso che tenne nel novembre del 1947, affermò con forza che «...la civiltà di un paese si misura dal ruolo che viene assegnato al suo sistema giudiziario».
Attento com'era all'equilibrio dei poteri della nuova Repubblica, solo per citare alcune proposte emendative presentate, fu contrario al sistema elettivo dei magistrati e si oppose fermamente, purtroppo senza successo, alla scelta di una parte del Consiglio superiore della Magistratura attraverso la nomina politica.
Superbo oratore, il suo linguaggio era sempre colto ma allo stesso tempo popolare, si faceva capire facilmente da tutti. Si ricordano le orazioni per il poeta Sebastiano Satta, per Giacomo Matteotti e per Giovanni Maria Angioy.
Laico, democratico e convintamente autonomista, nelle elezioni politiche del 1968, vista la piega presa dal Psd'Az verso un sardismo etnicocentrico, che scivolava verso marcate posizioni indipendentistiche, scrisse una lettera ai militanti sardisti invitandoli a meditare: « ...nel Congresso recente di Cagliari, è stato cambiato il vecchio programma; prima eravamo solo autonomisti adesso dovremmo diventare separatisti. Noi siamo quello che eravamo, sardisti autonomisti, ma non separatisti sia perché italiani, sia perché la Sardegna, separata dal continente italiano, non potrebbe vivere». Questa chiara presa di posizione, mal digerita da un gruppo di immemori e presuntuosi militanti periferici gli costò, a lui che ne era stato uno dei fondatori, una immaginifica e insensata espulsione dal suo partito.
Alla fine degli anni Cinquanta, in età matura, da politico di razza volle generosamente dedicare il suo impegno fattivo a Nuoro, diventandone il primo sindaco laico della città.
Il cittadino Pietro Mastino, maestro di democrazia e di vita, idealista senza illusioni, coerente antifascista, entusiasta amministratore della propria città, padre costituente e parlamentare impegnato, merita certamente, oltre al ricordo da parte di tutti i nuoresi e dei sardi, di essere indicato alle nuove generazioni come esempio di hombre vertical (Omine 'e gabale).
di Annico Pau - 25/04/2019