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Pri: eppur si muove!

In casa del Partito repubblicano italiano è cambiato il vento. Alla tramontana che spirava da centrodestra, sembra si stia sostituendo un venticello tiepido, leggermente instabile, proveniente da centrosinistra. Proprio in quest'ultima zona lo ritroviamo oggi, alleato alle Elezioni europee del 26 maggio con +Europa, la formazione di Emma Bonino.
     Il desiderio di esserci ancora, che anima i repubblicani dello storico Pri, ha dissolto l'alleanza elettorale con Forza Italia, mai programmatica, tantomeno politica, che dal 2001 si reggeva sulla benevolenza di Silvio Berlusconi, basata in sostanza sull'equivoco della parola "liberale".
     E' vero che le parole sono la trama della politica: ma bugie e barzellette, unite alla malafede tremontiana, hanno dimostrato l'inconsistenza delle "cavalleresche" promesse irrealizzabili, che han lasciato in eredità tassazione astronomica e disoccupazione ad altissimi livelli. Con il crollo elettorale di Forza Italia, venuta meno la "generosità" del Cavaliere nazionale, che ha oggi un bel da fare per tenere in piedi un impero politico nato dal nulla nel 1994 e fondato sul niente, i repubblicani hanno nuovamente ripreso il mare, tentando di giungere finalmente nella terra promessa.
     E' il caso di ricordare che il Partito repubblicano italiano, quello storico, animato da lucide idee guida, era stato collocato da Ugo La Malfa nell'area della sinistra democratica non socialista. Mentre il successivo apparentamento con forze di destra è stato giustificato con l'intento di alcuni di restare aggrappati al potere politico dominante, poltrone comprese, con la speranza di mantenere in vita il partito. Ma quando una nave politica, nel mare in tempesta, perde la bussola, oltre al carico elettorale, rischia di rimetterci anche lo scafo, disperdendo fra le onde tutto l'equipaggio: sia quelli che volevano virare a destra, che quelli sicuri di dover andare a sinistra!
     Non si devono dare colpe, né assegnare meriti. Resta da dire che dopo la scissione di Bari del 2001, dove la parte più corposa decise di seguire Giorgio La Malfa intento a salvare il partito facendosi trasportare dal vento forzista di destra, integerrimi repubblicani, su di una scialuppa, si costituirono prima in Sinistra repubblicana, poi entrarono a far parte del Movimento repubblicani europei di Luciana Sbarbati, indi approdarono sfiniti nei Democratici di sinistra a guida dalemiana. Il tentativo di riunificazione Nucara-Sbarbati ebbe vita breve.
     Oggi, dopo questo girovagare, navigando a vista, è difficile rassettare le idee, e riuscire a ricompattarsi attorno ai princìpi che ispirano la ideologia repubblicana, morali anzitutto, prima che politici. Dove sono finite le battaglie per la libertà assoluta in assenza di dominio, secondo la mirabile intuizione di Maurizio Viroli, quando viviamo in un paese sottomesso a subdoli poteri occulti, ai quali all'occorrenza anche noi repubblicani ricorriamo col cappello in mano? Dove è finita la tensione per le regole comuni alle quali tutti dovremmo adeguarci? E dove è possibile rinvenire la passione per gli insegnamenti mazziniani del Maestro di tutti i repubblicani, se non si parla mai di diritti e di doveri? Dove possiamo infine ritrovare la difesa del sistema capitalistico contro il livellamento economico verso il basso?
     E' il caso di parlar chiaro, affinché non sorgano dubbi: questo saltellare da una parte all'altra dello schieramento politico, senza obiettivi da perseguire, nell'intento di accaparrarsi le briciole lasciate dal potere inquinato dal malaffare, è determinato sostanzialmente da accordi trasversali di massoniana origine, che delegittimano la purezza dei meccanismi politici e soffocano i partiti, indispensabili raccordi tra base e vertice.
     Oggi siamo fratelli di destra ed elemosiniamo di qua; domani siamo fratelli di sinistra e chiediamo di là: questa non è politica, ma deleterio autolesionismo. E' all'incirca dalla scomparsa della Democrazia cristiana, nei primi anni '90 del secolo scorso, che i partiti politici rassomigliano sempre più a vere e proprie logge massoniche, zeppi di fratelli, inchinati a tassativi ordini superiori. Oggi è l'obbedienza che conta: tutto il resto non vale più nulla!
     Non si tratta di essere o non essere fratelli massoni. E' invece necessario, per tutti, ragionare con la propria testa, ed avere ideali intrisi di moralità e correttezza. Se col nuovo corso il Pri intenderà camminare con le proprie idee, prescindendo da legami occulti di potere, potrà forse anche risvegliarsi dall'ibernazione e riprendere a vivere di "luce" propria. Altrimenti, se intende tenere la coda ad impostori che dal buio perseguono solo un'esigenza di dominio di pochi sugli altri, ci sarà qualche repubblicano che preferirà continuare la propria battaglia politica su una scialuppa, in mezzo al mare, godendosi la propria libertà: in assenza di dominio.
Giovanni Corrao - venerdì 17/05/2019



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