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Il caldo ha attutito l'eco della crisi politica calata all'improvviso sulle spiagge italiane: ma non la gravità. Il dietrofront di Matteo Salvini, che ormai si considera il leader d'Italia, ha sciolto definitivamente la eterogenea alleanza programmatica giallo-verde, mai apparsa politica, che da poco più di un anno consentiva a Lega e Movimento cinque stelle di governare in ambito nazionale. L'elemento scatenante è stato il risultato lusinghiero ottenuto dalla Lega salviniana alle recenti elezioni europee: circa il doppio in percentuale rispetto al 17,5% ottenuto alle politiche del marzo 2018. Salvini, incoraggiato dai sondaggi che lo danno in forte crescita, sapendo di non poter mantenere altre promesse elettorali, come la flat tax, con l'aumento incombente dell'IVA, ha preferito un time-out di convenienza all'accettazione della realtà della situazione. I leghisti, prima di giungere alla rottura del "Contratto", ed alla dissoluzione del Governo nazionale, si saranno fatti i conti per benino. Arrivando probabilmente alle seguenti conclusioni: 1) Senza il concorso del Pd, sarebbe inattuabile l’ipotesi di un nuovo Governo escludendo la Lega. 2) Il Partito democratico guidato da Nicola Zingaretti non sembra avere la compattezza necessaria per invertire la linea politica basata sulla contrarietà ad accordi col M5s, sostenuta dal precedente segretario nazionale Matteo Renzi, che controlla ancora gran parte degli onorevoli del Pd. 3) Il premier Conte ed il ministro dell’Economia Tria, dopo gli accordi stipulati con l’Unione europea, non avrebbero potuto acconsentire una diminuzione delle tasse in deficit di bilancio; 4) Con la “Quota 100” ed il “Reddito di cittadinanza” le forze politiche governative avevano esaurito il mantenimento delle promesse elettorali; 5) Continuando col governo appena entrato in crisi la Lega avrebbe corso il rischio di veder invertito il grafico dei propri sondaggi. Nell’ambito delle ulteriori considerazioni, c’è ancora da aggiungere: - che il presidente della Repubblica proviene da area Pd e, seppure interprete del ruolo di arbitro, dovrebbe far di tutto per non sciogliere le camere; - che allo scioglimento è da supporre la contrarietà degli onorevoli di camera e senato, dopo un solo anno di partecipazione, verosimilmente poco disposti a tornarsene a casa. Dunque il primo obiettivo dovrebbe essere quello di evitare le elezioni anticipate; il secondo, conseguente al primo, dovrebbe consistere nella ricerca di una nuova maggioranza politico-programmatica, questa volta in grado di governare stando con i piedi a terra, senza creare illusioni o lanciare promesse irrealizzabili. Nel caso la Lega dovesse restar fuori da un eventuale Governo nazionale, non è detto che vedrà diminuire i consensi da parte della gente italica, poco incline a guardare in faccia la realtà, e disposta sempre ad illudersi, come fatto di recente durante il decennio berlusconiano-tremontiano, votando l’uomo forte del momento. Durante questa crisi bisognerà porre massima attenzione ai comportamenti degli uomini che contano, come Sergio Mattarella e Gianni Letta, per poter di conseguenza valutare il reale livello di potere degli uomini che agiscono nell’ombra, usi a sottomettere il popolo traendone vantaggi unilaterali. Ove Salvini dovesse spuntarla, ottenendo le elezioni, e forse vincendole, ci sarà da attendersi un altro decennio di decadenza e sottomissioni. Gli italiani hanno il pistolino lungo, ma la memoria corta.
Giovanni Corrao - 10/08/2019
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