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“Che i social media stiano cambiando la Comunicazione Politica è sotto gli occhi di tutti. Le nuove tecnologie rappresentano una sfida e un’opportunità per i politici per migliorare la comunicazione e dare risposte più efficaci alla esigenze dei cittadini/elettori, in modo più rapido. La Fast Politics richiede un radicale ripensamento del modo di fare politica e di comunicare.” E’ questa la presentazione del seminario che giovedì 6 ottobre si è tenuto alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano, nell’ambito della Settimana della Comunicazione, dal titolo “Fast Politics: nuovi politici nuova comunicazione politica?”. Fast politics, politica veloce traduce con un piccolo tributo alla nostra lingua Gianpiero Mazzoleni, ordinario di Comunicazione Politica e Presidente dell’Aicop (Associazione Italiana Consulenti Politici), per poi riconoscere subito il miglior effetto dell’espressione inglese, che già linguaggio internazionale indiscusso si impone ancora più prepotentemente nella rapida e sintetica sintassi digitale. E che, con buona pace dei cugini francesi, “computer” batta ”ordinateur” non ci sono dubbi! Le tre ore dell’evento sono state un doveroso focus sulle nuove tecnologie e sui giovani, loro principali utilizzatori. Con Mazzoleni Marco Caciotto, segretario Aicop e professore a contratto di Marketing Politico e a seguire un gruppetto di amministratori locali co-relatori del seminario. Platea, manco a dirlo, prevalentemente giovanile, intercalata ogni tanto da qualche canuto uditore. Compreso il sottoscritto. Fast Politics perché, come dice Caciotto, ciò che si esalta – e di cui spesso si rileva la mancanza - è la capacità di rispondere rapidamente ad attacchi politici o alle notizie diffuse dai media. Così come altrettanto rapido – e necessario – deve essere il passaggio dal “campaigning” al “governing”, dalle promesse in campagna elettorale alla loro realizzazione sotto il controllo continuo dei media e degli elettori. Degli “amici” dei social network. Di facebook, soprattutto. E qualche perplessità non viene nascosta. Dalla politica “pop”, di cui Mazzoleni scrive due anni fa con la serietà e la scientificità del sociologo ma anche con la preoccupazione del cittadino, alla “modernità liquida” di Zygmunt Bauman. Che amici ho, dice ancora Caciotto, non quanti ne ho. Ed è evidentemente “fast” Pierfrancesco Maran, giovane assessore alla mobilità, verde e arredo urbano del Comune di Milano. Fast e con tanti “amici”, anche se ben lontano dai 130.000 del sindaco Pisapia! Ci dice di ristrutturazione, e non di trasformazione, del sistema di relazioni umane. Di mobilitazione mai vista con tanta rapidità. Di partecipazione politica e di richiesta di cambiamento e di cambiamenti. Poi la sua narrazione si fa preoccupata. Quella gran massa di cittadini – più o meno indignati – si infrange contro il muro dei pochi ma determinati. Non è che chi non lo vuole, il cambiamento, è “solido”, poco “liquido”? E che con antica solidità e forza difende i propri interessi contro l’effimera baldanza degli “amici”? Insomma ci sono social network e social network. La “rete” ha significati e usi diversi. Perché ci sono bisogni veri e bisogni capricciosi. Perché il cambiamento può essere la maschera della conservazione, la paura di perdere non il pane, la dignità, ma il giocattolo, il vizio. Perché, infine, la “rete” può essere aperta al confronto e alla dialettica, politica e civica, ma può essere chiusa ed escludente: nuovo terreno di scontro fra “noi” e “loro”. E il politico contemporaneo – di professione o occasionale, né “post” né “anti” per intenderci - questo deve capire e per questo usare gli strumenti di cui può disporre nella maniera più appropriata, accettando con coraggio e spirito innovativo la difficoltà del “frullatore” nel quale tutti siamo finiti, magari affidandosi a professionisti del settore con i quali condividere strategie elettorali, di comunicazione e di governo. Sempre, però, avendo bene in mente il senso dello Stato e della Comunità. Perché gli “amici” siano cittadini, non molecole compulsive del fluido di Bauman.
Toni Murgia - 14/10/2011
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