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Tra Berlusconi e Fini è in corso un conflitto tra due modi di intendere la politica. Ma contiene un aspetto assai meno contingente: quello sui rapporti di natura istituzionale tra il Governo e le camere legislative. Cioè tra il potere esecutivo e quello di fare le leggi. La cosiddetta “democrazia decidente” di Berlusconi si è dimostrata gravemente lesiva del sistema rappresentativo parlamentare. Nella legislatura corrente, in circa due anni di governo, ha aumentato con decreti legge, cioè atti di governo, la regolamentazione della vita associata, in tutti i campi, di ben il 68%. I decreti legge, da emanare solo in casi di necessità ed urgenza, sono stati usati per circostanze assolutamente ordinarie. L’abuso è continuato col ricorso alla votazione fiduciaria su provvedimenti del Governo nel 69%. L’uso di questi strumenti ha il solo scopo di impedire il minimo dissenso del Parlamento. E poi Berlusconi, in modo spudorato e prepotente, dichiara che il Governo non ha in Italia nessun potere, mentre in realtà il Parlamento non controlla più da anni il Governo. In verità è proprio il Governo a controllare il Parlamento invertendo l’ordine costituzionale.
Marcello Tuveri - 29/04/2010
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