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Il consensuale scioglimento del rapporto lavorativo tra la Rai e Santoro, secondo noi, va inserito nel più ampio calderone della questione morale. Perché seppure quel presentatore lo si ritenga di parte, e forse lo è, appare evidente l’alto servizio pubblico reso nelle trasmissioni da lui condotte. Stampa e televisione hanno il compito di informare l’opinione pubblica, ma solo l’insieme dei resoconti degli avvenimenti può consentire a chiunque di avvicinarsi con buone probabilità alla realtà. Se si mette il bavaglio agli “oppositori” del sistema che comanda nel paese, allora bisogna allarmarsi e correre immediatamente ai ripari: e noi repubblicani dobbiamo essere tra i primi a preoccuparci. Trasmissioni come Annozero, Ballarò, o Report, infatti, scavano nei meandri delle nubi tossiche della politica, consentendo al cittadino di farsi un’idea precisa di quel che accade nelle segrete stanze del potere. Questa è la vera democrazia: un popolo che sappia e governi. Tutto il resto sono inutili tentativi di annichilire il sistema sociale basato sui principi repubblicani: ed il possibile blocco delle intercettazioni e l’ipotesi di galera per i cronisti, sotto l’aspetto del vero pluralismo, rientrano proprio nel tentativo immorale di rendere inapplicato il metodo democratico nel paese. Un esempio dei preziosi contenuti di tali trasmissioni potremmo trovarlo nella trasmissione di Annozero andata in onda il 6 maggio scorso, dedicata all’acquisto di un appartamento a Roma con vista sul Colosseo da parte dell’ex ministro Claudio Scajola. I termini di quella questione sono ormai abbastanza chiari. Ma durante il dibattito svoltosi nello studio Rai, Enrico Mentana, già presentatore di una delle reti Mediaset, ha fatto delle affermazioni importanti sulle quali val la pena soffermarsi. Mentana parla di “poteri fortissimi”, e si domanda come mai alcuni personaggi con alte cariche passino con la massima disinvoltura ed indenni da un governo ad un altro di colore politico diverso. Egli attribuisce il tutto a settori di potere, che vanno al di là della politica, politica che fa solo da spettatrice a manovre di mani forti. Ma leggiamo esattamente le parole pronunciate da Mentana: «… per me la politica ha un ruolo abbastanza marginale perché i grandi affaroni li fa Balducci col Vaticano; … Ci sono soldi seri, opere serie, istituzioni fortissime. La politica c’entra, ma probabilmente sta a livello del mezzanino come direbbe Scajola. Stiamo parlando di interventi forti, di mani forti, e di uomini che sono abituati a gestire poteri fortissimi. Perché Balducci passa tranquillamente da un governo di centrosinistra, ad uno di centrodestra, ad uno di centrosinistra, ad uno di centrodestra? Perché ci sono mani forti che sono più forti della politica. E questo è il problema di fondo nel decifrare tutta questa vicenda: che la politica - interruzione di Santoro che vuol passare la parola a Lucia Annunziata, ma Mentana insiste - … che la politica non è più in grado di stare a capotavola e prende gli spiccioli. Questi gruppi sono più forti della politica: tangentopoli era diversa.» Secondo Enrico Mentana oggi la politica sarebbe estremamente debole, tanto da addebitare a settori forti, anzi fortissimi, la conduzione di operazioni di puro interesse, grazie a legami trasversali, che non tengono conto di posizioni ideologiche. Dunque la politica, secondo questa visione, sarebbe un paravento utile solo a mascherare questo potente affarismo moderno. A chi voleva alludere Mentana con le sue parole estremamente inquietanti? Di certo non si può parlare né di centrosinistra, tantomeno di centrodestra, perché settori prettamente politici. Che consideri il Vaticano parte di quei poteri egli lo ha tranquillamente asserito, senza dare però l’idea di considerarlo come il vero fulcro su cui ruoterebbero quei poteri forti. Cosa altro può esserci allora, ci chiediamo, di così potente da consentire ad alcuni personaggi di rilievo della vita italiana di agire indisturbati al di sopra delle leggi? Le conclusioni di Mentana destano sconcerto, soprattutto perché pronunciate da una persona che ha per molti anni condotto importanti trasmissioni su Canale5. Al limite, potrebbe avere pronunciato quelle parole perché ancora col dente avvelenato dal licenziamento da parte di quell’emittente, tentando di vendicarsi nei confronti dei poteri fortissimi: poteri che potrebbero prima averlo spinto in alto, e poi fatto cadere, perché non abbastanza ubbidiente. Ma altri dubbi vengono a galla. Perché Santoro, ad un certo punto, ha tentato di interrompere il monologo? Era preoccupato di sentire anche il nome della rete di protezione sotto la quale agirebbero questi uomini forti? Ne fa forse parte anche lui, o ha piuttosto tentato di evitare problemi alla Rai? L’aspetto che più ci preoccupa, in ogni caso, è quella presunta debolezza della politica, messa in ginocchio, sembrerebbe, da persone molto intelligenti che gestiscono il potere per esclusivo proprio tornaconto, garantendo alla popolazione una democrazia solo apparente, mai sostanziale. Se si dà retta alle preoccupazioni di Mentana, sarebbe da supporre la presenza di una forma di regime occulto trasversale, ben organizzato, che sfrutterebbe il lavaggio generalizzato dei cervelli effettuato tramite stampa e televisioni asservite, e l’imbavagliamento dei giornalisti troppo autonomi. Ma noi facciamo politica. Allora, se fosse vero quello che dice Mentana, avremmo l’obbligo di porci la domanda più importante: se i dirigenti dei partiti non rispondessero alla base dei tesserati, e in ultima via al popolo, a chi risponderebbero, ed a chi dovrebbero rendere conto? E, proseguendo sulla via del dubbio, sarebbe anche legittimo domandarsi quali siano le modalità occulte che portino alla loro elezione, e quali le reali caratteristiche che debba possedere un politico moderno per far carriera e poter occupare cariche di rilievo … Ove dessimo per corretta l'analisi di Mentana, il nostro appello finale dovrebbe essere indirizzato a quelle persone sane ed oneste che si sarebbero inserite, più o meno consapevolmente, in quei presunti meccanismi di potere solo per far carriera. Col loro silenzio e con la loro indifferenza consentirebbero ai veri ladroni, che approfittano della loro sudditanza, di spadroneggiare in lungo e largo per l’Italia. Si ribellino, se esistono, dall’interno, se hanno un briciolo di amor proprio ed a cuore la sorte dei propri figli. Al di fuori troveranno noi repubblicani a combattere la battaglia per l'onestà e la giustizia: siamo pochi, ma più che mai decisi a batterci per proteggere la Repubblica italiana, ... la nostra Repubblica.
Giovanni Corrao - 24/05/2010
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