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Il primo maggio non è passato invano. E tra festeggiamenti, concerti, e comizi, spicca il comunicato del Cavaliere per eccellenza. Ci sia consentito riproporlo nella sua interezza, onde evitare di essere presi per visionari: "L'azione del nostro governo, sostenuto con lealtà e determinazione dalle forze politiche della maggioranza - sottolinea il presidente del Consiglio - ha consentito di attutire le conseguenze più drammatiche della crisi internazionale, di non far mancare il sostegno dello Stato alle aziende e ai lavoratori più colpiti dalle difficoltà economiche, garantendo nel contempo la stabilità finanziaria e i risparmi delle famiglie. Ora che si percepiscono anche in Italia i primi incoraggianti segni di una possibile ripresa dell'economia - aggiunge Berlusconi - dobbiamo proseguire lungo la strada della collaborazione tra le parti sociali, di un'alleanza tra lavoratori e imprenditori, superando gli antistorici e dannosi steccati ideologici del passato, sulla base degli interessi comuni. La festa del 1° maggio, infine, - conclude Berlusconi - ci consente di ribadire la nostra concezione dello sviluppo economico e sociale della società saldamente ancorata ai valori della dottrina sociale della Chiesa, arricchita dalla recente enciclica del Santo Padre, e alla luce della tradizione liberale e del riformismo laico e socialista". Quasi ci viene un colpo nell'apprendere che lo Stato non ha fatto mancare il sostegno alle aziende ed ai lavoratori. Ma come? ... e quando? Nessuno se ne è mai accorto. Il governo Berlusconi, a quanto ci risulta, non è mai intervenuto per aiutare le imprese in difficoltà, onorando la tradizione liberale dell'"ognuno si arrangi", senza peraltro aver mai provveduto ad abbassare il carico fiscale, e consentire l'autosostentamento alle attività produttive ed al terziario. Tralasciamo poi la presunta esigenza di collaborare con imprenditori e sindacati, ed ignoriamo anche la slinguata alla Chiesa, ma, seduti, leggiamo increduli ed attoniti il finale: un vero e proprio capolavoro politico capace di mettere insieme la tradizione liberale ed il riformismo laico e socialista. Ecco in mano di chi siamo: di persone che pensano solo a rosicchiarsi il bel paese, con le cartolarizzazioni, mentre ignorano completamente le culture politiche dell'800 e del '900. Ma stiano tranquilli: arriveremo fra non molto alla resa dei conti. Gli italiani prima o poi capiranno che, al di là delle chiacchiere, da quando Berlusconi ha preso in mano le redini della nazione, tutto è peggiorato: salvo le bugie, che hanno raggiunto livelli di assurdità inverosimili. Sappiamo già che fine farà il Pdl, perché è già successo alla Dc. Del Popolo della libertà resteranno solo le macerie, ed il rimpianto di non aver avuto un centrosinistra capace di rappresentare una credibile alternativa.
Giovanni Corrao - 02/05/2010
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