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Il distacco dal Partito democratico, deciso all'unanimità nel Consiglio nazionale dei Repubblicani europei, svoltosi il 17 u.s. a Roma, ha aperto nuovi scenari per chi resta fedele al pensiero ed agli insegnamenti di Ugo La Malfa. La posizione era nell'aria da tempo. Se ne parlò senza allusioni anche nell'ultimo Congresso nazionale Mre del febbraio 2009, anche se, alla fine, si decise di non decidere, avviando comunque un tentativo di riavvicinamento con il Pri di Nucara, almeno su qualificanti argomenti, riguardanti soprattutto le storiche battaglie repubblicane. Il primo a parlarne al Consiglio nazionale di una decina di giorni fa, alla presenza di Luciana Sbarbati, è stato Lello Puddu, leader regionale sardo dei repubblicani europei, storico e politico di razza, da sempre repubblicano di scuola democratica, e profondo conoscitore della storia risorgimentale ed azionista. Puddu, senza mezzi termini, ha in quell'occasione posto l'accento sulle difficoltà che i repubblicani del versante di sinistra, che avevano aderito inizialmente al progetto Ds e successivamente al Pd, hanno sempre avvertito quando hanno provato a portare avanti le proprie istanze politiche e civili. Riportiamo la dichiarazione di Puddu pubblicata dal quotidiano locale di Cagliari in forma sintetica: "Il centrosinistra deve registrare anche la posizione dei Repubblicani europei: la Direzione nazionale ha deciso che la segretaria Luciana Sbarbati, eletta al Senato nell'Isola col Pd, uscirà dal gruppo democratico su proposta del direttivo regionale. «Non siamo mai stati invitati al tavolo del centrosinistra», spiega Lello Puddu, «proprio noi che non chiedevamo poltrone e siamo sempre stati una forza costruttiva». I Repubblicani europei sosterranno i Rossomori: ma per qualcuno di loro potrebbe risultare attrattiva una candidatura dell'ex Pri Piergiorgio Massidda.". In merito all'affermazione finale, Puddu si riferiva all'ipotesi avanzata da Giovanni Corrao il quale, al di là dei comuni trascorsi repubblicani, ha tatticamente ipotizzato il sostegno a Massidda soprattutto con l'intento di indebolire la compattezza del centrodestra, vista anche l'incertezza gravante sulla rielezione del Presidente uscente della Provincia. In attesa dell'auspicato riavvicinamento del Pri e dell'Mre, i repubblicani europei sardi hanno continuato a tenere impiedi un legame politico-elettorale con i Rossomori, in nome di una comune matrice azionista, e con esplicito riferimento alla scissione avvenuta negli anni '60 nel Psd'Az, durante la quale molti esponenti sardisti contrari all'indipendentismo (costituitisi in Movimento Sardista Autonomista), confluirono nel Pri di Ugo La Malfa (visualizza in merito un articolo di Marcello Tuveri pubblicato nel settembre 2009 su sardinews.it). In quest'Italia senza ideali e senza riferimenti etici, i repubblicani hanno il dovere, inteso soprattutto come dovere mazziniano, di distinguersi prima e rilanciare poi i cardini democratici e di giustizia di cui si deve necessariamente servire un paese come il nostro, se vuol continuare a considerarsi civilmente avanzato e socialmente progredito. I numeri per ora non ci confortano: ma la passione per la politica allo stato puro, e il disinteresse per le cariche fini a se stesse, ci danno il coraggio sufficiente per tentare nuovamente di diventare una importante forza di minoranza determinata e combattiva: ma grande nelle idee e nelle proposte. Un giorno gli italiani capiranno: ne siamo certi!
redazionale - 29/04/2010
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