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Paolo Soddu, professore di storia contemporanea all’Università di Pavia, nato a Scano Montiferro ma con radici di Gonnosfanadiga, ha pubblicato nei giorni scorsi per l’editore Carocci una monumentale biografia di quel generale senza esercito che fu Ugo La Malfa, ma che nella vita politica italiana ebbe un influenza così grande che altri uomini, sulla carta potentissimi non si sognarono mai di avere. Soddu non è nuovo ad altre interessanti fatiche: si deve a lui il nucleo centrale e,a conti fatti il più importante, della mostra documentaria che proprio il 12 maggio il Presidente Napolitano ha inaugurato in Roma per ricordare un altro generale senza esercito, Einaudi, ma anch’esso con una presenza rilevantissima nel consolidamento della Repubblica, nella difesa della lira, nella scelta europeista della politica estera dell’Italia. La biografia che Soddu ci presenta oggi è l’assolvimento di un preciso impegno nato l’indomani del suo esame di laurea, auspice il suo maestro Nicola Tranfaglia, di dedicare all’uomo politico siciliano una indagine più profonda e più accurata di quanto egli non avesse prodotto con la sua tesi, mossa più che da studioso, da giovanissimo iscritto alla federazione giovanile repubblicana. Messa a sua disposizione l’imponente documentazione di tutti i corrispondenti di La Malfa e soprattutto della Fondazione Ugo La Malfa che è attualmente presieduta dal prof Paolo Savona, uno dei suoi più apprezzati collaboratori per molti anni, è stata messa in luce, nei suoi aspetti più reconditi e sconosciuti, tutta l’avventura politica ed umana di La Malfa a partire dal suo giovanile legame con Giovanni Amendola, il suo lavoro alla Treccani, alla Banca Commerciale, la nascita del Partito d’azione, la polemica con Lussu e contro la nascita di una piccola eresia socialista a favore di un grande partito democratico, laico e decisamente schierato a fianco delle democrazie occidentali. E poi la battaglia per indurre Nenni e il Partito Socialista a denunziare il patto di unità col Pci e avviare la prima esperienza di centro-sinistra sulla quale, poi, riversò le critiche più feroci. Ma è sottomessa ad una attenta analisi anche la straordinaria esperienza del governo Moro-La Malfa che in poco più di un anno vide realizzati alcuni fra i più importanti provvedimenti dei governi della Repubblica quali la costituzione del Ministero dei Beni Culturali, l’IVA e l’autoliquidazione da parte dei contribuenti, oltre la legge Bucalossi sulle aree fabbricabili. Ma ciò che nel libro di Soddu riporta la figura dell’uomo politico siciliano nel pieno della nostra attuale congiuntura politica è il riferimento alla lunga lotta per aprire a più vasti strati popolari, prima socialisti e poi comunisti, l’obbligo della più strenua difesa delle istituzioni democratiche nel quadro di una stretta solidarietà con le nazioni dell’occidente. Per coloro che dagli anni della gioventù, come l’autore di queste note, hanno sostenuto, condiviso e sofferto i giorni lieti delle vittorie, quelli tristi delle sconfitte e in ogni caso hanno da lui attinto i valori di una altissima passione civile, il libro di Soddu non può non essere letto senza provare una fortissima emozione, quella che gli viene dall’essere stati, spesso, testimoni anche oculari di molti episodi ricordati in questo saggio, che a detta di tanti storiografi rappresenta uno dei più importanti lavori sugli uomini che nel corso del 900 hanno costruito la Democrazia nel nostro paese. (articolo in parte pubblicato sulla stampa sarda locale)
Lello Puddu - 18/06/2008
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