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Avvocato e politico: l'addio della città a Giannetto Massaiu, il "monaco Laico"

     No, credo proprio che lui non sarebbe d'accordo. Non vorrebbe neppure queste poche righe. Per pudore, per innata riservatezza diventata scelta di vita.
     Abbastanza singolare per uno che ha sempre mangiato pane e politica. Mai però la politica delle tessere, dell'arrampicata sociale, del partito come trampolino di lancio.
     Giannetto Massaiu era un uomo di minoranza, lo è stato per tutta la vita. E non perchè ce l'avesse scritto nel Dna, ma per decisione consapevole, figlia del rigore che indossava come una divisa.
     Un atteggiamento che gli è costato scelte dolorose, sempre per quella vocazione a respingere il compromesso, ad analizzare le situazioni col solo metro della ragione, dell'onestà intellettuale.
     Non a caso, l'inviato di un giornale, in una lunga intervista, lo definì "monaco laico". Lo aveva capito bene, anche se forse non sapeva che, quand'era poco più di un ragazzo, Massaiu aveva già percorso la strada delle scelte difficili.
     Come considerare esaurita la funzione propulsiva del Psd'Az per approdare nel Pri di Ugo La Malfa. Non fu facile per lui abbandonare il partito dei primi ideali autonomistici, ma erano gli anni Sessanta, gli albori del centrosinistra sembravano la nuova frontiera. Da allora Giannetto (lo chiamavano tutti così) diventò il repubblicano di Nuoro.
     Ruolo ingrato, quando la Dc aveva la maggioranza assoluta, (e anche dopo) che non gli impedì di diventare un punto di riferimento ineludibile per chi voleva capire cosa accadeva nel mondo della politica oltre i confini della cinta daziaria.
     In un altro ambiente le sue lucide analisi gli avrebbero schiuso nuovi orizzonti, proiettandolo nella dimensione che gli competeva. Ma lui scelse di vivere in provincia, nella terra che amava, dove la marginalità stimolava la sua vivacità intellettuale. Anche se non le risparmiava analisi (come sempre) senza sconti.
     Raccontava, con quel mezzo sorriso amaro sulle labbra, di quella volta che in un'assemblea, a Oliena, mise in discussione un certo ruolo della pastorizia: "Per poco non mi cacciavano dalla finestra".
     Oggi la tragedia del prezzo del latte dimostra che aveva ragione. Perchè erea spesso un passo avanti agli altri, ma se ne accorgevano solo i suoi amici del Pri, quelli che da sempre ne apprezzavano la straordinaria lucidità intellettuale.
     Alle elezioni, però, i nuoresi non lo votavano, anche perchè lui non chiedeva voti. Figurarsi. La campagna elettorale, quella tradizionale, gli faceva semplicemente orrore.
     Ma nella politica nuorese aveva un posto d'onore e per alcuni, pochi, lo avrà sempre. Anche se se n'è andato.
Lucio Salis per l'Unione Sarda - 15/01/2006


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