PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE
"CESARE PINTUS"
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L’Associazione politico-culturale "Cesare Pintus" è sorta nel giugno del 1988.
Si propone di favorire in Sardegna il progresso della cultura politica nei diversi
profili economico, sociale e civile.
Missione della Associazione è la ricostruzione di un corretto rapporto tra etica
e politica. I mezzi sono l’indagine critica dei problemi della vita regionale
mediante incontri, ricerche, studi ed attività di diffusione dei valori della cultura laica.
L’Associazione è indipendente dai partiti, organizzazioni sindacali o enti pubblici.
È intitolata a Cesare Pintus, che fu il primo sindaco post liberazione del
capoluogo isolano. Un sardo azionista che per le sue idee venne condannato
a dieci anni di carcere nel periodo fascista.
L’esigenza di riavvicinare i cittadini alle istituzioni e moralizzare la
vita pubblica (un lustro prima di tangentopoli!) ha prodotto una quarantina
di dibattiti ed una quindicina di volumi, in prevalenza di carattere
storico-politico, frutto delle ricerche di Gianfranco Murtas e dei suoi collaboratori.
Il sodalizio è stato fondato da un gruppo di amici, legati da comuni esigenze
politico-sociali. Il presidente fin dall’origine è stato Salvatore Ghirra,
per lunghi anni dirigente sindacale e consigliere regionale.
Oltre 150 relatori hanno partecipato ai dibattiti della Cesare Pintus.
Di essi giova ricordare:
- La Brigata Sassari e la nascita del movimento dei combattenti;
- Le coste e l’urbanistica regionale;
- L’emergenza idrica in Sardegna;
- Il movimento repubblicano da Giuseppe Mazzini ad Ugo La Malfa;
- I trasporti, industria trainante dello sviluppo;
- Ugo La Malfa e la Sardegna;
- Lo sciopero nei servizi pubblici essenziali;
- Questione morale e classe politica;
- La Romania da Antonescu a Ceausescu;
- Il cittadino ed il nuovo processo penale;
- Cesare Pintus e l’azionismo lussiano;
- Il Risorgimento italiano tra storia e polemica;
- Le ideologie e la democrazia;
- Sardismo ed azionismo negli anni del C.L.N.;
- Sardegna 1991, recessione, stasi o sviluppo dell’economia;
- La legge 142/1990 e l’area metropolitana di Cagliari;
- Politica dei redditi, riforma del salario, nuove relazioni sindacali;
- Bastianina, il sardo azioniamo, Saba, Berlinguer e Mastino;
- La trasparenza amministrativa nella legislazione nazionale e regionale;
- Dopo il terremoto elettorale, quali riforme?;
- Titino Melis, il P.S.d’Az. mazziniano, Fancello, Siglienti;
- Alla fabbrica della repubblica e della autonomia;
- L’otto settembre 1943, fatti personaggi ed opinioni;
- I sardi di Giustizia e Libertà nella resistenza;
- Con cuore di sardo e di italiano;
- Il Mazzini di Dennis Mack Smith;
- Sardegna, fatti e persone 1993;
- Antifascismo e resistenza: valori oggi;
- Ferruccio Parri sardista elettivo;
- Le nuove regole per l’elezione del sindaco;
- Come uscire da progettopoli;
- Omaggio a Lussu, Bellieni, e Contu;
- Per Giovanni Spadolini e Bruno Visentini;
- Presidenzialismo, semipresidenzialismo, e poi?;
- La sofferenza giovanile a Cagliari;
- 1946, anno della Repubblica;
- Storia del Cavaliere senza macchia e senza paura;
- Partenia in Callari;
- Mazzini nella critica storica e letteraria.
Dibattiti, incontri, tavole rotonde, presentazione di libri,
sono stati spesso frutto di collaborazione con istituti
universitari, associazioni culturali, gruppi professionali.
L’Associazione è attualmente presieduta da Lello Puddu.
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Chi era Cesare Pintus?
di Antonio Romagnino
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Cesare Pintus nacque cento anni fa, il 4 agosto 1901,
studiò al Liceo "Dettori", si laureò in Legge nella nostra Università, conobbe l’esilio
e il carcere dell’antifascista, fu Sindaco di Cagliari dal 9 ottobre 1944 al 17 marzo 1946,
morì nel Sanatorio Agnelli di Prà Catinat il 1 settembre 1948.
Politicamente si era formato nel Circolo giovanile
repubblicano, il suo Mentore fu il coetaneo Silvio Mastio, che Gianfranco Murtas
(nel suo saggio intitolato "Cesare Pintus" e pubblicato dalla Biblioteca del
sardoAzionismo) giustamente
chiama "l’arcangelo della democrazia repubblicana, il Gobetti sardo".
Si arricchirono l’un l’altro, fin dalle prime classi
elementari, insieme travasarono nella vita politica l’etica mazziniana. C’era in
loro qualcosa di religioso e l’antifascismo attingeva a quella mistica della libertà
che proveniva dal Risorgimento. La sua lotta si fa aperta dopo la morte di Matteotti,
e il movimento interpartitico di Giustizia e Libertà, insieme laico e repubblicano,
liberale, socialista e radicale, lo ha come number one dell’organizzazione nell’Isola.
Lussu viene arrestato nel 1926, e nel 1930, quando nel resto
d’Italia vengono arrestati Ferruccio Parri ed Ernesto Rossi, a Cagliari viene arrestato il
30 ottobre anche Cesarino, come lo chiamavano gli amici, con altri sardi altrettanto combattivi:
a Sassari e a Nuoro, Luigi Battista Puggioni, Dino Giacobbe, Michele Saba, Anselmo Contu.
Il 27 giugno 1931, processato insieme a Francesco Fancello,
arrestato a Roma, fu condannato a dieci anni di reclusione, dal Tribunale Speciale. Ne
fece cinque, per l’indulto che fu concesso dal fascismo per la celebrazione del decennale
della Marcia su Roma.
Da allora cominciò a praticare, tra grandi difficoltà,
la professione di avvocato. Ma quando Cagliari fu tra le prime città d’Italia a
conoscere la libertà, poté anche realizzare la sua vocazione più profonda. Entrò
nella redazione de L’Unione Sarda, diretto fra il 1943 e il 1948, prima da Jago
Siotto e poi da Giuseppe Musio, dove, fra gli altri pubblicò tre articoli, dal
titolo significativo: Uscire dal Limbo (8-12-1943), Mazzini (10-31944), Saluto
a Emilio Lussu (23-6-1944) e il libro di Murtas è anche particolarmente ricco
di testimonianze di questa vita breve e ricca, dolorante e altamente educativa.
Sono numerose le lettere raccolte, che Pintus scambia
con gli amici, dal luogo
delle sue sofferenze: voci di dolore, ma sempre anche di speranza. Pure cospicua
è la testimonianza postuma. Accanto a Giovanni Lay, Virgilio Schinardi, Fausto Cara,
Antonio Lussu, c’è anche Andrea Borghesan, che così lo ricordava: "Uno spirito di
bambino, buono ed onesto .... Povero, anzi poverissimo, Pintus - espulso dall’Ordine
degli Avvocati nel 1931 - ha bisogno di tutto: e dai suoi colleghi di studio riceve
perfino gli abiti di cambio. Gli vengono affidate alcune cause, benché l’esperienza
professionale - proprio a motivo dei condizionamenti politici subiti (arresto,
processo, carcere) - non sia grande"... Ma Cesarino la pensava come Ferruccio
Parri che, ricorda Enzo Biagi, diceva: "Che cosa importa se ho la cravatta storta,
il colore del mio vestito, se mangio pane e salame?".
(da L'Unione Sarda del 03.08.01)
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