Indimenticato Presidente
dell’Associazione “Cesare Pintus”

Ispiratore di una nuova stagione della morale

 

     “La politica senza morale è brigantaggio”. Era la frase che gli era piaciuta di più e che ripeteva nei momenti difficili. Mazzini ancora una volta era più attuale che mai, in un periodo storico del dopoguerra nel quale l’Italia incredula guardava in faccia il risultato di oltre quarant’anni di democrazia.

     Sviluppo e benessere, ma anche meccanismi lontani dal desiderio degli italiani di vivere in un ambiente dove le doti e le capacità umane, effettivamente riconosciute, da sole valessero quale lasciapassare. 

     Da quell’emergenza morale ed istituzionale, ma con una prospettiva diversa rispetto ai  partiti politici, Salvatore Ghirra ha tratto nuove energie per sviluppare un intenso programma di attività sociale, culturale ed istituzionale, che ha dell’incredibile,  utilizzando nuovi meccanismi per il rilancio della società in termini di serietà ed onestà.

     Rendendosi conto che le formazioni politiche erano ancora legate ai classici funzionamenti del passato, riconducibili troppo spesso a legami verticistici di potere, alle improbabili scalate alle “poltrone”, al do ut des, Lui, proprio Lui, che proveniva da anni di attività politica e sindacale, con uno sforzo intellettuale che per l’epoca aveva tutti i caratteri dell’innovazione, decise insieme a pochi amici, e non senza la perplessità di altri, di continuare la sua disinteressata opera sociale con nuovi strumenti.

     Il dinamismo non gli è mai mancato, né la volontà, né la dedizione al lavoro: ecco allora ipotizzare la nascita di una Associazione politico-culturale che agisse in forma autonoma dai partiti e dalle formazioni politiche, ma non in contrasto né in alternativa ad essi. Con un grande sforzo di intelligenza aveva avviato un meccanismo che negli anni non ha smesso di dare soddisfazioni. Insieme ai suoi fedeli amici di tante battaglie politiche, fonda l’Associazione “Cesare Pintus”, intitolata al primo sindaco di Cagliari nell’immediato dopoguerra, figura irreprensibile dell’epoca, che pagò con la vita la battaglia per le idee progressiste antifasciste.

     Salvatore Ghirra è stato per molto tempo un vero vulcano di idee ed iniziative, e solo i traumi seguiti ad un’operazione non andata a buon fine ne hanno arrestato il dinamismo. Durante la sua presidenza l’Associazione con ritmo incalzante procede a dibattere argomenti di ogni genere, a proporre temi di attualità, ad evidenziare lati buoni e meno efficienti della pubblica amministrazione, a suggerire modifiche legislative, a riproporre necessità sociali e argomenti culturali.

     Non è il caso in questa sede elencare le numerose manifestazioni proposte, basterà sapere che il vero instancabile motore dell’Associazione è stato Lui e solo Lui per molti anni. Si curava dell’organizzazione e dei contatti con i relatori, suggeriva i temi da dibattere, programmava tutto nei minimi particolari.

     Nelle manifestazioni rappresentava con grande intelligenza le esigenze degli uditori, introduceva le argomentazioni con lucidità e guidava i dibattiti con eleganza e stile, sempre con grande educazione, mai con toni alterati. Ed è a Lui che si deve il massimo riconoscimento se l’Associazione “Cesare Pintus” vanta una fama di serietà che non teme concorrenza.

     La politica, la sua grande passione, gli era però rimasta dentro e non ne poteva fare a meno. Ora si discuteva di quell’avvenimento, poi di un altro, ma sempre con distacco, senza mai far trasparire rimpianto per le cariche politiche ricoperte. La sua soddisfazione si manifestava con l’affluenza alle “sue” manifestazioni, o con il risalto che la stampa ne dava.

      La memoria era una sua caratteristica niente affatto trascurabile. Un bene di cui si può o meno essere dotati, che si può anche esercitare ed allenare, ma che a Lui permetteva di mantenere intatti i ricordi sulle vicende più disparate che avevano caratterizzato la sua esistenza, e gli consentiva di sfoggiare una vasta cultura fatta di letture, di studi e di ricerche. Non c’era argomento di cui non sapesse con esattezza lo svolgimento temporale e di cui non avesse ben chiari i termini fondamentali di riferimento.

     C’è da chiedersi quale fosse il suo metodo di elaborazione mentale, quale fosse la magica formula che gli consentiva di arrivare prima degli altri a percepire gli sviluppi del dibattito d’attualità. Alcuni parlavano di fiuto, altri di intuito: io preferisco riferirmi ad elevate doti di analisi e impressionanti capacità di sintesi, di pura intelligenza insomma, sommata ad un attivismo fuori del comune. Insieme ad una grande modestia che lo portava ad ascoltare tutti gli impercettibili segnali che la società invia sottoforma di lamentele, disagi, necessità e richieste, unita alla capacità di prendere sul serio anche chi  apparentemente non “conta niente”. Non si possono per ultimo trascurare le sue grandi umanità e rettitudine, che rappresentano parte dell’eredità che ci lascia, unite ad un grande senso del dovere e responsabilità.

     Ci lascia in consegna un grande patrimonio di disinteressato attivismo morale e culturale che costringerà chi lo ha conosciuto a continuare la sua meritoria opera per il bene del progresso sociale nel rispetto dei valori umani e morali.

Giovanni Corrao