dal sito www.lanuovasardegna.it        quotidiano del 30/12/2000

 

POLITICO DI RAZZA

L'addio a Salvatore Ghirra

di Filippo Peretti

 

     All’età di 77 anni si è spenta la forte fibra di Salvatore Ghirra. Consigliere regionale del Pci dal 1957 al 1965 e segretario regionale del Pri dal 1981 al 1987, Ghirra è stato un protagonista vero della vita pubblica sarda. Carattere energico e deciso, sarà ricordato per le mille battaglie in cui ha fatto emergere doti oggi rare: passione politica, disinteresse personale, preparazione minuziosa, rigore intellettuale e morale. La notizia della sua scomparsa ha destato profondo cordoglio in quanti l'avevano conosciuto: i tanti amici ma anche gli avversari di un tempo.

     Nato a Benetutti nel 1923, Salvatore Ghirra è a Carbonia alla fine degli Anni Quaranta come segretario della Camera del lavoro: è l'epoca delle dure lotte dei minatori, una scuola che ha formato altri illustri sindacalisti e politici. Si trasferisce a Cagliari per dirigere la locale Camera del lavoro, diventa consigliere regionale e nel 1964 rompe con il Pci (ma lo strappo più doloroso è provocato dalla conseguente uscita dall'amata Cgil). Aderisce al Psd'Az sino alla scissione nella metà degli Anni Settanta: con il gruppo di Armandino Corona confluisce nel Pri, dove incontra Lello Puddu, che diventerà l'amico inseparabile. E nel Pri rafforza il rapporto con Nino Ruju e Marcello Tuveri, tutta gente che, come lui e Puddu, fa politica non certo per trovare sistemazioni.

     Eletto segretario del Pri nel 1981, Salvatore Ghirra, che è anche consigliere comunale a Cagliari, entra in conflitto, sino a perdere il posto di lavoro, con il «capo» del partito, Corona, diventato gran maestro della massoneria e contrario ad alleanze con la sinistra. Sollevando il caso della questione morale legata alle «interferenze esterne», mette in minoranza la corrente di Corona e diventa l'artefice di una battaglia etica che assume un significato generale sulla crisi di identità dei partiti e della politica.

     Nel 1987 lascia il Pri ma non esce di scena. Prosegue la sua battaglia per la moralizzazione e la riforma della politica, delle istituzioni e dei partiti prima assieme ad Alleanza democratica e poi con l'associazione culturale Cesare Pintus, da lui fondata assieme agli inseparabili Puddu e Tuveri (Ruju era prematuramente scomparso).

     Due anni fa l'inizio del triste declino fisico.