Da "TC" il Settimanale dei
sardi
29.11.1987
|
di Francesco Birocchi |
è IL PARTITO
DEGLI ASSESSORI
|
Ghirra
contesta la politica dell'assessore
repubblicano agli enti locali Merella
Ma in realtà è in gioco il
ruolo di leader dei repubblicani sardi Il contrasto con la corrente di Armandino Corona |
L'accusa è contenuta in un documento di quattordici cartelle, ed
è di quelle capaci di creare all'interno di un partito fratture difficilmente
ricomponibili. Il documento è la relazione che il segretario regionale del
Partito Repubblicano, Salvatore Ghirra ha preparato per il prossimo Congresso
regionale del partito, annunciando le sue dimissioni. L'accusa è stata
rivolta contro l'ala del Pri che fa capo ad Armandino Corina, che è stato per
molti anni il leader incontrastato dei repubblicani sardi e che ha fatto
restare tale anche dopo essere stato eletto Gran Maestro della Massoneria
italiana. Ghirra ha fatto circolare la sua relazione quindici giorni
prima del congresso (fissato per il 28 e 29 novembre) e la «bomba» è esplosa
puntualmente. Ma che cosa è accaduto all'interno del Pri? Quali sono i motivi
veri che hanno indotto il segretario politico a prendere un'iniziativa più
clamorosa? Il «succo» della vicenda è contenuto in alcune frasi «centrali» del documento. Scrive Ghirra:
«sul partito che fa politica, privilegiando idee e contenuti, è prevalso il
partito degli assessori». Per capire occorre fare un passo indietro. La spaccatura fra
Ghirra e Corona avviene sei anni fa. Allora l'attuale segretario guidava la
rivolta contro il leader storico e gli andò bene. Ma gli sconfitti non si
sono rassegnati. Hanno lavorato per sei anni il segretario ai fianchi finché
non sono riusciti ad averne la meglio. E questo è accaduto pochi mesi fa quando, avendo il Pri deciso
di entrare ufficialmente nella giunta regionale, sostituendo l'assessore
«tecnico» Roberto Binaghi, al candidato della segreteria, l'ex assessore
Antonio Catte, di Oliena, è stato contrapposto il sassarese Giovanni Merella.
Ed è stato quest'ultimo a spuntarla. Ora Ghirra lo attacca in campo aperto. L'occasione è data
dalle prese di posizione di Merella, assessore regionale agli enti locali
sulla proposta di legge del suo predecessore, il comunista Luigi Cogodi, per
bloccare per alcuni anni ogni tipo di costruzione sulle coste sarde. A poche
settimane dalla sua nomina, l'assessore repubblicano appare più morbido, addirittura
possibilista. Forse parlare di blocco è eccessivo, dice nella sostanza.
Discutiamo, vediamo in che modo si
possono salvare le coste e non bloccare l'attività economica che si svolge
attorno ad esse. E apre anche le porte al dialogo con l'opposizione
democristiana. Le sue dichiarazioni, condivise nella sostanza peraltro anche
da altri assessori della giunta Melis, come Giorgio Carta (socialdemocratico)
e Franco Mannoni (socialista), mandano su tutte le furie gli ambientalisti.
Merella viene definito «amico del cemento». Queste etichette fanno andare in bestia Salvatore Ghirra: «Pur
non condividendo il drastico blocco ipotizzato – ha scritto nella sua
relazione – non mi sento nemmeno di approvare le posizioni che, a titolo
personale, ha prospettato l’assessore repubblicano, col rischio di far
apparire il partito disponibile alla cementificazione indiscriminata delle
nostre fasce costiere». Dalle parole del segretario emerge un quadretto non certo
idilliaco sul clima interno del partito repubblicano, dove il segretario
regionale e l’unico assessore non concordano la linea politica. Un partito
dove l’unico assessore non partecipa alle riunioni dell’esecutivo regionale:
Ghirra ne ha convocate almeno tre negli ultimi tempi, ma Merella le ha
puntualmente disertate. È possibile che il segretario abbia voluto giocare d’anticipo,
annunciando le sue dimissioni prima di mettersi nella condizione di subire
gli attacchi della controparte interna. In realtà il Pri viene da una
bruciante sconfitta elettorale alle ultime «politiche», scendendo al 2,3% dei
voti, mentre non è riuscito ad ottenere il rispetto dei patti da parte della
giunta Melis sulla modifica della legge elettorale regionale che prevede uno
«sbarramento» per i partiti minori. Ma al suo attivo il segretario ha una gestione del partito
dinamica e snella che lo ha portato ad eleggere tre consiglieri regionali e ad
un aumento generalizzato dei consensi, anche se questo non si è sempre
tradotto in voti. Ghirra è un uomo di vastissima esperienza politica. Ma i suoi
avversari nel partito sono ormai decisi a conquistare la segreteria.
Salvatorangelo Razzu, segretario provinciale a Sassari e uomo di Merella, ha
preso pubblicamente le distanze da lui: «Ghirra – ha detto – ha fatto molto
male a porre questi problemi in una relazione congressuale invece di proporli
all’interno del partito per un dibattito». E i candidati alla successione
sono già pronti. Di nomi se ne fanno alcuni: oltre allo stesso Razzu, l’ex
sindaco di Nuoro, Annico Pau, Giannetto Massaiu, segretario provinciale
nuorese, o l’oristanese Tonino Uras. Ma è possibile che salti fuori all’ultimo
momento anche qualche altro nome. |